Chemioterapia – trattamento chemioterapico con citostatici
Negli anni ’90 la chemioterapia ha aperto un’altra strada per il trattamento dei tumori. Questo ha cambiato la prognosi di molti pazienti e ha dato loro la speranza di guarire.
La chemioterapia consiste nella somministrazione di sostanze citostatiche (che limitano la proliferazione) e citotossiche (che uccidono) sotto forma di iniezioni o infusioni endovenose, meno spesso sotto forma di compresse, che vengono somministrate sotto controllo medico per un periodo di minuti o ore per rallentare la proliferazione e distruggere direttamente le cellule che si moltiplicano rapidamente – le cellule tumorali. Sono molti i farmaci somministrati durante la chemioterapia, alcuni dei quali sono addirittura di origine naturale. Il “cocktail” specifico viene sempre miscelato in base al tipo e allo stadio del tumore.
La sola chemioterapia come trattamento principale viene scelta solo in una piccola percentuale di casi, a seconda del tipo di tumore e della sua sensibilità agli agenti chemioterapici. La chemioterapia autosomministrata è molto efficace nelle leucemie e nei tumori del sistema linfatico (linfoma di Hodgkin e non Hodgkin), ma l’incidenza dei tumori chemiosensibili è inferiore al 10% di tutti i tumori. Più spesso, la chemioterapia viene utilizzata come trattamento coadiuvante, venendo combinato con l’asportazione chirurgica del tumore e la radioterapia, sia prima che dopo il tipo di trattamento principale, per distruggere eventuali metastasi. La chemioterapia, inoltre, è molto spesso utilizzata solo come soluzione palliativa per le malattie incurabili, dove prolunga la vita solo di qualche mese e quindi aiuta a morire con più dignità e pace, con un senso di riconciliazione.
Purtroppo, gli agenti chemioterapici (citostatici) non sono ancora in grado di distinguere tra cellule tumorali e cellule sane in rapida moltiplicazione, quindi la chemioterapia colpisce anche le cellule sane come il midollo osseo, il tessuto intestinale, le cellule degli organi riproduttivi o i follicoli piliferi. Gli effetti negativi sulle cellule sane comportano una serie di effetti collaterali indesiderati. Per dare ai tessuti sani il tempo di rigenerarsi dopo l’esposizione ai farmaci chemioterapici, il trattamento viene effettuato in cicli specifici.
Gli effetti collaterali più comuni e temuti sono nausea, vomito, diarrea o stitichezza e perdita di capelli. In genere, la riduzione del numero di piastrine è associata a un aumento delle emorragie (lividi, gengive sanguinanti, epistassi, sangue nelle urine e nelle feci), all’anemia (riduzione dei globuli rossi), all’affaticamento, a un indebolimento del sistema immunitario e quindi a una maggiore suscettibilità alle infezioni. Alcuni effetti collaterali possono essere contrastati con farmaci, che spesso vengono somministrati come misura preventiva.
Nel trattamento dei tumori è importante modificare la dieta, limitare gli zuccheri da cui le cellule tumorali traggono energia e si sviluppano, integrare adeguatamente le vitamine e i minerali necessari, prendere spesso aria fresca ed evitare pensieri e sentimenti cupi.